Quali sono le previsioni per il 2023 per la siderurgia italiana?
Industriaitaliana.it lo ha chiesto a Carlo Mapelli, docente al dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano ed esperto di siderurgia.
Il 2022 è stato un anno impegnativo e le cause ancora persistono: la flessione della domanda da parte di alcuni settori di sbocco, come l’automotive e l’edilizia; i prezzi dell’energia e delle materie prime; l’inflazione; la stretta monetaria e la guerra.
Per questa ragione, anche il 2023 metterà alla prova le aziende del settore siderurgico, ma, prevede Mapelli, quelle che hanno fatto gli investimenti giusti per migliorare la qualità del prodotto e per posizionarsi sui segmenti ad alto valore aggiunto del mercato, non hanno da temere.
“Occorre realizzare stabilimenti con un alto livello di automazione, e cioè in grado di esercitare un controllo puntuale ed effettivo su tutti gli stadi del processo. L’idea è quella di ottimizzare la gestione delle materie prime, di migliorare gli standard qualitativi e l’efficienza degli impianti. Occorre flessibilità, per venire incontro alla diversificazione di prodotto richiesta dal mercato”, suggerisce e auspica Mapelli. “Questa ottimizzazione dei processi comporta il contenimento della spesa energetica, fondamentale in questo periodo e per il futuro, e l’offerta di prodotto con più alte qualità meccaniche.”
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